lunedì 31 marzo 2025

Marco Masini: L'omonimo e Malinconia due album che devi avere



Anche se Marco Masini non ha pubblicato nulla di rilevante a livello discografico negli anni '80, entra di diritto nella mia sezione extra, dedicata agli album che consiglio di acquistare o almeno ascoltare in streaming.

In particolare, voglio soffermarmi sui suoi primi due lavori: l’omonimo Marco Masini del 1990 e Malinconoia del 1991. Perché proprio questi? Perché rappresentano un connubio perfetto di ribellione, straordinarie doti vocali e testi di grande spessore.

Marco Masini (1990)

Il debutto discografico di Masini contiene otto tracce e si apre con Vai con lui, seguita da Dentro di te fuori dal mondo, in cui tra gli autori figura anche Paolo Vallesi. Già da questo brano emerge la voce inconfondibile del cantautore fiorentino.

Il successo arriva con Disperato, canzone con cui Masini vince il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Ricordo ancora la sua performance sul palco dell’Ariston: travolgente e intensa.

L’album prosegue con Caro Babbo, una struggente lettera al padre, e culmina con quella che è forse la sua opera più poetica: Ci vorrebbe il mare. Un brano profondo, una vera e propria poesia sulla voglia di vivere e sulla sofferenza, amplificata dall’interpretazione straordinaria di Masini.

Chiudono il disco Le ragazze serie, A cosa pensi e Dal buio, quest’ultima un vero capolavoro da songwriter.

Malinconoia (1991)

A meno di un anno dal debutto, Masini pubblica Malinconoia, album che non solo lo consacra definitivamente, ma riesce persino a introdurre una nuova parola nel vocabolario italiano. Tuttavia, il successo è accompagnato anche da critiche ingiuste, che alimentano la fama di artista maledetto e tormentato.

L’album si apre con una delle sue canzoni più celebri, Perché lo fai, che si classifica terza al Festival di Sanremo 1991. Ricordo bene la prima volta che la ascoltai: pur essendo all’epoca un appassionato di metal, rimasi colpito dalla profondità del testo e dalla potenza della sua voce.

Segue Il niente, un brano che dipinge la realtà di un giovane smarrito in una società vuota e superficiale. Cenerentola innamorata è invece una ballata che richiama perfettamente l’atmosfera degli anni ‘90.

La terza traccia, Che fa da sé, racconta la storia di un ragazzo solo in collegio, mentre la title track Malinconia mette in mostra tutto il talento di Masini, con una voce capace di trasmettere emozioni autentiche e profonde.

Il disco prosegue con Fuori di qui e Ti vorrei, che conservano ancora un forte legame con il sound anni ‘80, e si chiude con due brani di grande intensità: Il giorno dei perdenti e La voglia di morire. Quest’ultima, spesso fraintesa, è in realtà un pezzo di straordinaria sensibilità, troppo profondo per essere compreso da chi si ferma alla superficie.

Conclusione

Questi due album rappresentano il miglior Masini: sincero, crudo, ribelle e incredibilmente poetico. Due lavori che non possono mancare nella collezione di chi ama la musica italiana d’autore.


sabato 29 marzo 2025

I cantautori italiani degli anni ‘80 e il cambiamento della musica d’autore



Negli anni '80, la musica d'autore italiana subì un'evoluzione significativa. I cantautori, che avevano dominato la scena musicale negli anni '70 con testi impegnati e sonorità spesso vicine al folk e al rock progressivo, dovettero confrontarsi con un panorama musicale in rapida trasformazione. L'avvento delle nuove tecnologie, la diffusione della musica elettronica e l'influenza della scena internazionale portarono a una rielaborazione dello stile cantautorale tradizionale.

Uno degli elementi distintivi del decennio fu l'introduzione di sonorità più moderne, grazie all'uso massiccio di sintetizzatori e drum machine. Questo cambiamento si rispecchiò nelle produzioni di artisti già affermati come Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Fabio Concato, che sperimentarono nuove sonorità pur mantenendo la profondità dei testi.

Parallelamente, emersero nuove figure che seppero coniugare l'eredità della canzone d'autore con le innovazioni del periodo. Artisti come Eros Ramazzotti e Raf portarono il cantautorato italiano verso una dimensione più pop e internazionale, mentre cantautori come Ivano Fossati, Franco Battiato  esplorarono contaminazioni con il new wave, la musica elettronica e le sonorità etniche.

Nonostante queste trasformazioni, il decennio mantenne un forte legame con la tradizione della musica d'autore. Le tematiche affrontate nei testi continuarono a spaziare tra amore, politica e introspezione personale, anche se con un linguaggio più immediato e meno criptico rispetto al passato.

L'evoluzione dei cantautori italiani negli anni '80 rappresenta quindi un periodo di transizione cruciale, in cui la musica d'autore riuscì a reinventarsi senza perdere la propria essenza. Questo decennio aprì la strada a nuove generazioni di artisti e contribuì a definire il sound della musica italiana per gli anni a venire.

mercoledì 26 marzo 2025

Fabio Concato e "Domenica Bestiale": una canzone simbolo degli anni '80


Se c'è una canzone che rispecchia la musica italiana degli anni '80, è senz'altro 'Domenica Bestiale' di Fabio Concato. Con quasi mezzo secolo di carriera, il cantautore milanese ha trovato il suo vero successo proprio grazie a questa canzone, che è diventata un tormentone. In una delle sue interviste, Concato racconta che Gino Paoli gli disse che 'Domenica Bestiale' sarebbe diventata per lui ciò che 'Sapore di Sale' era per il cantautore genovese: una croce e delizia. Fabio stesso ha ammesso che per qualche anno non riusciva più a cantarla ai concerti, stanco di suonarla e interpretarla, ma si accorse ben presto che il pubblico era deluso dalla sua assenza in scaletta."

Il Contesto musicale di domenica bestiale degli anni 80'

Nel frattempo, in Italia, nascevano nuove tendenze in salette remote e tra gruppi emergenti dalle cantine, come i Litfiba, con il loro suono dark new wave. Su di loro ci saranno sicuramente articoli a parte e recensioni dei loro dischi, come Desaparecido, 17 Re e Litfiba 3. Tuttavia, anche i cantautori come Fabio Concato cercavano di mantenere viva la tradizione della poesia in musica che da sempre ha caratterizzato la nostra cultura.**

Proprio Concato, attraverso i suoi testi, ha cercato di raccontare con intelligente ironia l'Italia del boom economico, ma anche le sue fragilità e il costante bisogno di amore. Lui stesso ha dichiarato: 'L'amore è la medicina più potente che esista.'

In questo contesto, 'Domenica Bestiale' emerge come un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione. Il brano, infatti, unisce sonorità brasiliane a un testo profondo, che narra la storia di un uomo follemente innamorato della sua donna. In una trasmissione su Rai 2, lo stesso Concato spiegò che la canzone era dedicata a sua moglie nei primi tempi della loro frequentazione. È proprio questo mix di ironia e nostalgia, che pervade gran parte della musica italiana degli anni '80, a dare a questo pezzo il suo fascino senza tempo.

Gli anni '80 furono un periodo di grande sperimentazione, ma anche di riscoperta delle radici. 'Domenica Bestiale' incarna perfettamente questa duplice anima."

Ecco una possibile struttura per l'analisi del brano, che si concentra su tutti gli aspetti che hai menzionato:


Analisi del Brano: "Domenica Bestiale"

"Domenica Bestiale" è un brano che mescola sapientemente leggerezza e riflessione. Per chi mastica musica è impossibile non accorgersi della serie di accordi non banali che Concato ha pensato per questa canzone. Inoltre con maggiore attenzione, si scopre un testo profondo, che racconta l'emozione di un uomo innamorato e la bellezza dei piccoli momenti della vita.

Il Testo

Il testo di "Domenica Bestiale" è un gioco tra parole semplici connesse a immagini potenti e di serenità. Luoghi come il lago, la natura, mangiare un fiore, non potrebbero che far pensare a uno stato d'animo sereno del cantautore. Perciò quella voglia di immergersi nella natura assieme a colei che ama, lontani dai rumori della città. Partire presto di domenica mattina, per riuscire a godersi già il lago di mattina, quando ancora il silenzio è il solo protagonista.

Perché è diventata così amata?

La canzone ha conquistato il pubblico per il suo equilibrio perfetto tra ironia e profondità. È diventata una delle canzoni simbolo degli anni '80 non solo per la sua melodia coinvolgente, ma anche per il suo testo universale. La bellezza di "Domenica Bestiale" sta nella sua capacità di essere un inno alla spensieratezza, ma anche un momento di riflessione su quello che davvero conta nella vita. In un'epoca di grandi cambiamenti, la canzone ha saputo toccare il cuore di molte persone, diventando il simbolo di un'Italia che cercava di trovare il proprio equilibrio tra modernità e tradizione.

Conclusione

"Domenica Bestiale" ha segnato un momento fondamentale nella carriera di Fabio Concato, non solo come una delle sue canzoni più amate, ma come un pezzo che ha saputo catturare lo spirito di un'intera generazione. La sua capacità di mescolare ironia, leggerezza e riflessione ha reso il brano un classico senza tempo. 

Due anni più tardi, un altro successo avrebbe consacrato definitivamente Concato tra i grandi della musica italiana: Fiore di Maggio, un brano che, con la sua delicatezza, avrebbe completato il ritratto di un artista capace di unire poesia, profondità e melodie indimenticabili. La carriera di Concato continua a essere un punto di riferimento per chi ama la musica italiana autentica, fatta di emozioni sincere e una visione lucida del mondo.

venerdì 18 novembre 2022

Fabio CONCATO 1984: POESIA in NOSTALGIA


Fabio CONCATO 1984:  POESIA in NOSTALGIA


Fabio Concato 1984

Testi e Musica di Fabio Concato

Ecco la tua recensione revisionata, con una maggiore scorrevolezza e un tocco di affinamento nello stile:


Fabio Concato (1984): Un album tra poesia, nostalgia e amore

Pubblicato nel 1984, Fabio Concato è il quinto album del cantautore milanese. Se due anni prima aveva conquistato il grande pubblico con Domenica Bestiale, questo disco racchiude almeno quattro autentiche perle di assoluta bellezza. È un album carico d’amore, speranza e quella velata malinconia che ha sempre caratterizzato Concato. Una nostalgia dolce, simile a quella che provo anch’io per un passato che non tornerà, ma che rimane indelebile dentro di noi.

Le tracce più significative

  • Fiore di Maggio
    Un capolavoro senza tempo, un brano che sarà cantato anche tra duecento anni. Concato ha rivelato che la scrisse per la nascita della sua primogenita, Carlotta. È una canzone che non mi stancherò mai di ascoltare, cantare e suonare.

  • Ti ricordo ancora
    Un’altra composizione sublime, intrisa di una nostalgia sottile e sincera. Il testo sembra rievocare un amico speciale, forse reale, forse immaginario.

  • Sexy Tango
    "Un volo di basso di gabbiani. Con questo vento così caldo." Una melodia elegante e sensuale, che mette in risalto le straordinarie doti vocali di Concato.

  • Tienimi dentro te
    Un brano che trasmette la paura di essere lasciati, ma anche il legame profondo con una donna che, nonostante la distanza imposta dagli impegni, resta un punto fermo nella vita dell’artista.

  • La nave
    Una melodia dal sapore antico, che evoca l’immagine struggente di una partenza. Lui è incredulo, incapace persino di pronunciare ancora una volta "ti amo".

  • Guido piano
    Ci sono momenti in cui Guido piano diventa la mia canzone preferita in assoluto, non solo tra quelle di Concato. È un'emozione continua, capace di riportarmi a momenti precisi della mia vita. Ogni volta che l’ascolto, mi ritrovo su una spiaggia immensa, in un giorno di febbraio. Un pezzo che mi ha fatto piangere più volte. Grazie, Fabio.

  • Computerino
    Un testo sorprendentemente avanguardistico per l’epoca. Già quasi quarant’anni fa, Concato immaginava un mondo in cui le persone avrebbero interagito attraverso uno schermo, comunicando a migliaia di chilometri di distanza.

  • Quando sarò grande
    Un inno alle nuove generazioni e alla speranza di un mondo migliore.

  • Rosalina
    Un altro successo intramontabile. Il personaggio di Rosalina è ispirato a una persona reale, anche se il nome fu cambiato per rispetto. Il testo, più che ironico, trasuda affetto e autenticità.

  • Festa di mare
    Il mare è una presenza costante nelle canzoni di Concato, un luogo dell’anima a cui torna spesso. Anche Fiore di Maggio ne è un esempio.

Questo album è la dimostrazione della straordinaria capacità di Concato di raccontare la vita con poesia e delicatezza. Un disco da ascoltare e riascoltare, lasciandosi trasportare dalle emozioni.



lunedì 14 novembre 2022

Bollicine Vasco Rossi: PRIMO dei 100 migliori dischi italiani


Testo e Musica: Vasco Rossi

Bollicine è il sesto album pubblicato da Vasco Rossi. Uscito nel 1983, la rivista Rolling Stone Italia l'ha inserito al primo posto dei 100 migliori dischi italiani. Con Bollicine, Vasco Rossi è stato il precursore in Italia di un nuovo modo di scrivere i testi. Parole e frasi dirette con ritornello che ti entra in testa già dal primo ascolto.

Bollicine contiene nove canzoni, nove hit, nove singoli, che se proprio dobbiamo trovare le più famose, ovviamente: Bollicine, vincitrice del Festivalbar del 1983. Il testo narra esplicitamente della bevanda a stelle strisce ''Coca cola''. Qualcuno ha asserito che la parola Coca cola voglia alludere dire ''alla polvere magica''. A seguire ''Una canzone per te'', altro inno di Vasco e di una intera generazione.

Portatemi da Dio: dal sound anni 80, basso sleppatto correlato da un testo dove Vasco si rivolge direttamente al Padre Eterno. Poi c'è Vita Spericolata, da qui forse che nasce il MITO di VASCO ROSSI. Presentata per la prima volta a Sanremo, classificandosi al penultimo posto, ma questo poco importa.

Altre canzoni che ti tenevano incollato ad ascoltare Bollicine: Ultimo domicilio sconosciuto (forse), MI piaci perché.

giovedì 10 novembre 2022

CLAUDIO BAGLIONI: RECENSIONE Questo piccolo grande amore

 


Testi di Claudio Baglioni, musiche di Claudio Baglioni e Antonio Coggio, arrangiamenti e orchestrazioni di Tony Mimms.

L’assenza di Claudio Baglioni tra i 100 dischi italiani più belli di sempre: un’ingiustizia?

Nella lista dei 100 dischi italiani più belli di sempre non compare neanche un album di Claudio Baglioni. Una scelta che trovo piuttosto incredibile, considerando il peso e l’influenza del cantautore nella musica italiana.

Se dovessi indicare un disco rappresentativo della sua carriera, probabilmente non sceglierei Questo piccolo grande amore. Certo, la qualità delle canzoni è notevole, forse persino migliorata rispetto ai suoi lavori precedenti, ma Baglioni ha pubblicato album ben più impattanti ed emozionanti.

Un concept album tra amore e servizio militare

Questo piccolo grande amore è spesso definito un concept album. Oltre a raccontare i primi amori, molti brani riflettono un periodo in cui la leva obbligatoria segnava la vita di tanti giovani.

Negli anni ‘70, i concept album erano una prassi diffusa tra molti artisti. I Pooh, per esempio, ne hanno realizzati diversi, così come molte band progressive italiane e internazionali.

I brani più significativi dell’album

Dal primo ascolto, le canzoni che mi colpirono di più furono:

  • Con tutto l’amore che posso: un brano che anticipa lo stile che Baglioni perfezionerà nei suoi lavori migliori.

  • Questo piccolo grande amore: non ha bisogno di presentazioni, è una delle canzoni più iconiche della musica italiana.

  • Porta Portese: un racconto popolare che richiama l’atmosfera del celebre mercato romano. Nel testo si intuisce che Baglioni è in licenza dal servizio militare.

  • Quanto ti voglio: una canzone che avrebbe potuto trovare spazio anche in altri album del cantautore romano.

Conclusione

Sebbene Questo piccolo grande amore sia un album importante nella discografia di Baglioni, la sua esclusione dalla lista dei 100 migliori dischi italiani sottolinea quanto spesso la critica tenda a sottovalutare il valore artistico e l’impatto emotivo di alcuni cantautori. Baglioni ha saputo raccontare l’amore e la vita con una sensibilità unica, e forse meriterebbe più riconoscimento nelle classifiche storiche della musica italiana.


lunedì 7 novembre 2022

RECENSIONE 9: L'ALBUM più SOFFERTO DI RAMAZZOTTI

 












Eros Ramazzotti / 9 (2003)

Testi e Musica:  Eros Ramazzotti 

 Adelio Cogliati - Claudio Guidetti 

A 3 anni dal successo di Stilelibero, Eros Ramazzotti torna nel 2003 con 9, un album che, oltre a essere un'importante evoluzione musicale, porta con sé un carico emotivo pesante. Il tema centrale dell’album è il travagliato periodo che segue la fine del suo matrimonio con Michelle Hunziker. Molte delle canzoni di 9 parlano di questa fase della sua vita, offrendo uno spaccato intimo e doloroso.

La prima traccia, Un attimo di pace, suona come un grido di aiuto, una richiesta di equilibrio in un periodo turbolento. C’è chi ha interpretato questa canzone come un messaggio contro la guerra, ma, a mio avviso, la sua forza sta nel riflettere un bisogno profondo di serenità interiore.

La seconda traccia, Solo ieri, si apre con la frase che esprime la sofferenza di una separazione: ''Solo ieri c'era lei nei pensieri miei''. Il dolore di Eros è palpabile, e ogni parola sembra una riflessione dolorosa su ciò che è stato e ciò che non c'è più.

La terza canzone, Un'emozione per sempre, è diventata un classico. Originariamente scritta per Alex Baroni, la canzone non fu mai registrata da lui, ma, dopo la sua morte, Eros decise di portarla avanti in suo onore. È un inno alla forza di un'emozione che non svanisce mai, un tema che si fa universale.

Ti vorrei rivivere è un’altra ballad dal forte impatto emotivo, in cui il desiderio di recuperare un amore ormai perso si fa quasi ossessivo. La tristezza per una relazione che non c’è più è il fulcro del brano, ed è facile riconoscere in queste parole la stessa sofferenza di chi non riesce a chiudere davvero un capitolo.

Una delle canzoni che più mi colpiscono di questo album è Il buio ha i tuoi occhi. La forza di questa traccia sta nella sua malinconia senza speranza. Le parole, “Come farò a non guardali più?”, sono cariche di un’emozione che ferisce, un rifiuto di accettare una realtà che sembra invincibile.

L’album prosegue con altre canzoni cariche di significato, come Un'ancora nel vento, Piccola pietra e Mamarà, che raccontano storie di solitudine e di cambiamento, di come la vita possa cambiare in un istante. Poi c’è Canzone per lei, dedicata alla figlia Aurora, una dichiarazione d'amore puro e senza condizioni che rappresenta una piccola luce in un album altrimenti pervaso da dolore.

Non ti prometto niente ci parla di un inizio, di una nuova relazione, ma con la consapevolezza che le promesse fatte a cuor leggero possono essere facilmente infrante. L’album si conclude con Falsa partenza, una traccia struggente che non lascia indifferenti. Se siete in un periodo difficile, probabilmente vi troverete a sentire ogni singola parola come se fosse vostra.

In conclusione, 9 è un album che non lascia scampo. È un racconto sincero e profondo di un artista che attraversa il dolore, ma che non smette di cercare la pace. Un lavoro che merita di essere ascoltato non solo per la sua intensità musicale, ma per la sua capacità di toccare l’anima.

Stadio: Recensione La Faccia della Donne

Stadio – La Faccia delle Donne (1984) Recensione La Faccia delle Donne è il secondo album del gruppo Stadio, pubblicato il 13 marzo 1984. ...