Anche se Marco Masini non ha pubblicato nulla di rilevante a livello discografico negli anni '80, entra di diritto nella mia sezione extra, dedicata agli album che consiglio di acquistare o almeno ascoltare in streaming.
In particolare, voglio soffermarmi sui suoi primi due lavori: l’omonimo Marco Masini del 1990 e Malinconoia del 1991. Perché proprio questi? Perché rappresentano un connubio perfetto di ribellione, straordinarie doti vocali e testi di grande spessore.
Marco Masini (1990)
Il debutto discografico di Masini contiene otto tracce e si apre con Vai con lui, seguita da Dentro di te fuori dal mondo, in cui tra gli autori figura anche Paolo Vallesi. Già da questo brano emerge la voce inconfondibile del cantautore fiorentino.
Il successo arriva con Disperato, canzone con cui Masini vince il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Ricordo ancora la sua performance sul palco dell’Ariston: travolgente e intensa.
L’album prosegue con Caro Babbo, una struggente lettera al padre, e culmina con quella che è forse la sua opera più poetica: Ci vorrebbe il mare. Un brano profondo, una vera e propria poesia sulla voglia di vivere e sulla sofferenza, amplificata dall’interpretazione straordinaria di Masini.
Chiudono il disco Le ragazze serie, A cosa pensi e Dal buio, quest’ultima un vero capolavoro da songwriter.
Malinconoia (1991)
A meno di un anno dal debutto, Masini pubblica Malinconoia, album che non solo lo consacra definitivamente, ma riesce persino a introdurre una nuova parola nel vocabolario italiano. Tuttavia, il successo è accompagnato anche da critiche ingiuste, che alimentano la fama di artista maledetto e tormentato.
L’album si apre con una delle sue canzoni più celebri, Perché lo fai, che si classifica terza al Festival di Sanremo 1991. Ricordo bene la prima volta che la ascoltai: pur essendo all’epoca un appassionato di metal, rimasi colpito dalla profondità del testo e dalla potenza della sua voce.
Segue Il niente, un brano che dipinge la realtà di un giovane smarrito in una società vuota e superficiale. Cenerentola innamorata è invece una ballata che richiama perfettamente l’atmosfera degli anni ‘90.
La terza traccia, Che fa da sé, racconta la storia di un ragazzo solo in collegio, mentre la title track Malinconia mette in mostra tutto il talento di Masini, con una voce capace di trasmettere emozioni autentiche e profonde.
Il disco prosegue con Fuori di qui e Ti vorrei, che conservano ancora un forte legame con il sound anni ‘80, e si chiude con due brani di grande intensità: Il giorno dei perdenti e La voglia di morire. Quest’ultima, spesso fraintesa, è in realtà un pezzo di straordinaria sensibilità, troppo profondo per essere compreso da chi si ferma alla superficie.
Conclusione
Questi due album rappresentano il miglior Masini: sincero, crudo, ribelle e incredibilmente poetico. Due lavori che non possono mancare nella collezione di chi ama la musica italiana d’autore.